Fiaccola breccia di un rogo Che cerca conforto nell'aria Una menzogna nel giogo Di un giustizia sommaria Dicono che i nomadi Spensero il sol di una notte Sciolta tra luoghi comuni e finte verità
Placida accolse le voglie Di un verginità ormai svanita La rabbia di un padre alle soglie Spinse a un storia sbiadita La notte che rendevano Al sonno di una prima volta È celata da un vago timore nell'aridità Fredda mentì ingannevole Nell'indecenza dissolta I nomadi - disse - rapiron la mia nudità
Tardi affondò nel rimorso Di una menzogna rapita Da un'indolenza che ha perso Ciò che ha più pudico in vita Nel gioco di farneticar Di un falso comune ora acceso Da vano desio di diventar signora ma Senza virtù nè dignità incapace di portarne il peso E un fango su rami bruciati è la sua umanità
Nella terra di maschere affrante in TV Di letarghi impuniti e di rabbiosi santi Il silenzio nell'odio si imbeve Di un fetido addio Tra recinti gelosi di asserti virtù Assuefatti a volgari timori degli altri Caduti nell'argine greve Di un marcio brusio
E nell'ora di non abbaiar Nascosti nell'ipocrisia Di ornar come vuoto a sè stante un cielo malato Tra i nomadi la verità è Appesa a una fotografia Di una falsa cortigiana ed un campo bruciato